. Testimonianza - Casa della giovane - Como
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Testimonianze

Molte persone sono passate dalla nostra casa, da epoche ormai lontane, ad oggi. Tutte sono state parte di questa nostra "famiglia", dove si possono incontratre persone di città, nazioni, o anche solo di esperienze, diverse.

Ringraziamo tutte, ospiti o volontarie da noi per anni, o anche solo per poche settimane, per il tratto di strada fatto insieme.

 

Vetrata decorativa nella cappella delle suore

Nancy

Mi chiamo Nancy, ho 26 anni, vengo da Messina. Ho alloggiato presso la casa della giovane per un breve periodo per motivi lavorativi. Sono stata infermiera presso l’ospedale Sant’Anna di Como.

Casa della Giovane per me ha rappresentato Famiglia. Una vera famiglia si è creata anche con le ragazze che ti accoglievano con un solo sorriso al rientro da un duro lavoro.

Un grazie va alle suore per la loro dedizione e un grazie non per ultimo va alla signora Monica Colombo per la sua disponibilità.

La Casa della Giovane sarà sempre nel mio cuore.

Grazie

Nancy

Maria Luigia

Carissima redazione “della giovane”

Salve,
sono Maria Luigia, mi auguro che la signora Monica sia la stessa che ho lasciato 19 anni fa, io ho vissuto nel pensionato dal dicembre 1985 a tutto marzo 1998 (12 anni) – lavoravo e lavoro al Ministero dell’Economia e Finanza.

Comunque, volevo dare la mia testimonianza - certo adesso la struttura è ben diversa visto che è stata ristrutturata da poco, da quando ci sono stata io – ho trascorso un bel periodo, anche se ho avuto dei momenti alti e bassi - ho un bellissimo ricordo (12 anni non passano inosservati) Como è sempre nei mie pensieri, se mi capiterà di venire verrò a trovarvi.

Un abbraccio fraterno a Monica e a tutta la comunità della protezione della giovane.

Simona

Mi chiamo Simona, ho 27 anni, vengo da Roma e sono a Como da tre anni per motivi di lavoro. Sono infermiera presso l'Ospedale S. Anna.

Tre anni trascorsi qui alla Casa della Giovane... essa rappresenta per me il calore e la disponbilità tipici della propria famiglia, che si ha lontano, e allo stesso tempo il calore vivace delle amicizie che stringi.

Enza

Mi chiamo Enza Santalucia. Sono un‘insegnante siciliana e vivo in questa Casa da tanti anni. Vi sono capitata quasi per caso su indicazione del personale della scuola dove ho prestato il mio primo servizio e continuo a viverci per scelta. Da allora sono cambiati molti volti, forse anche parecchie abitudini, ma l’atmosfera della Casa è sempre la stessa: di convivialità, di accoglienza, di servizio, di grande rispetto della dignità di ognuno.

Del passato ho soli cari ricordi. Il presente è altrettanto rassicurante. Apprezzo molto l’attenzione della Presidente, Sig.ra Simona Saladini, dell’amata segretaria Monica Colombo e del resto del comitato, la preziosa guida spirituale di Don Mario Borella, |’amorevole vicinanza delle nostre suore messicane che, con la loro autentica semplicità e ricchezza di valori, hanno un mondo da trasmetterci. Potrei parlare a lungo di questa Casa che, ormai, fa parte integrante della storia della mia vita, della fecondità dell’operato profuso, dei benefici ricevuti, ma specialmente sento il bisogno di sottolineare l’essenziale: in essa ho trovato calore, affetto, amicizia, solidarietà, conforto, speranza.

Voglia il Signore benedire la Casa e i suoi responsabili, per il bene che elargiscono, per l’ospitalità sana che assicurano ed estendere i suoi favori celesti, a chi, in un modo o nell’altro non è più con noi.

I panorami del lago resteranno a lungo nei vostri ricordi

Giulia

Sono Giulia, ho 25 anni e sono alla Casa della Giovane da 7 mesi. Sono a Como per motivi di lavoro e avendo un contratto temporaneo la Casa della Giovane si è rivelata una buona soluzione per le mie esigenze.

Ho una stanza singola e mi trovo abbastanza bene. Le altre ospiti, di varia età, sono tutte socievoli. Unico fattore al quale bisogna adattarsi sono gli orari di rientro serali.

Mercedes

Sono giunta a Como i primi giorni di ottobre per una supplenza a Menaggio, ho trovato alloggio presso un ostello del posto, è stata una brutta esperienza in quanto essendo la prima volta che mi allontanavo da casa mi sono trovata con persone straniere, senza poter comunicare per difficoltà di lingua.

Finita la supplenza sono tornata in Puglia e poi per varie chiamate sono risalita nuovamente senza un punto di appoggio, giunta a scuola con i miei bagagli e accompagnata da mio padre, in segreteria mi hanno chiesto un recapito e ho risposto che i miei bagagli erano in corridoio in attesa di una sistemazione.

Si è avvicinata una collega la quale si è offerta di telefonare per me alla Casa della Giovane, dove lei abitava. Mi è stato riferito che c'era un unico posto a disposizione. Sono arrivata in Protezione con mio padre, il quale, vedendo l'ambiente, si è tranquillizzato subito ed è ripartito contento.

Io ho conosciuto altre colleghe con le quali ho fatto amicizia, ho instaurato rapporti sereni, ho trovato un ambiente familiare che mi ha fatto avvertire meno la lontananza dai miei cari. Per questo ringrazio tutti: colleghe, suore, signora Monica e Comitato.

Arrivederci a Settembre

Lucia

Sono stata osite della "Gibellina" Protezione della Giovane negli anni 1943-45, anni della guerra: mentre mi fermo con la mente a ripensare il tempo trascorso in quella casa, mi sembra di risentire il rombo dei cannoni.

Ogni giorno andavo a lavorare come infermiera presso l'Ospedale di S. Anna a Camerlata. Dove venivano ricoverati i soldati feriti; l'ambiente era povero, talvolta a stento c'erano i farmaci di medicamento.

Attendevo volentieri la sera per ritrovarmi con le altre ospiti per la cena e godere, pur nella povertà, quel clima di famiglia, di solidarietà che la casa trasmetteva, aiutandomi a superare le difficoltà del giorno dopo con un po' più di fiducia e ottimismo.

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